Smart Working in Italia

In Italia lo smart working – o lavoro agile – è regolato dalla Legge n.81 del 2017. Tale legge definisce il lavoro agile come modalità flessibile di svolgimento del lavoro subordinato, stabilita da accordo scritto tra datore di lavoro e dipendente. La prestazione viene eseguita “in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno senza una postazione fissa”, entro i limiti orari di legge. L’adozione dello smart working favorisce la conciliazione tra tempi di vita e lavoro: lavorando da casa o fuori sede, il dipendente gestisce meglio il proprio tempo e riduce i costi degli spostamenti.

Quadro normativo

La normativa italiana stabilisce che ogni accordo di lavoro agile deve essere stipulato per iscritto, con specificazione di compiti, orari, tempi di riposo e le misure necessarie per garantire la disconnessione del lavoratore. Nel settore privato, nel dicembre 2021 è stato siglato un “Protocollo Nazionale” che fornisce linee guida per la contrattazione collettiva sul lavoro. Successivamente il Decreto ministeriale del 22 agosto 2022 (DM n.149/2022) ha semplificato le procedure: per avviare lo smart working basta ora trasmettere al Ministero i nominativi dei lavoratori coinvolti e i periodi di attività agile, eliminando l’obbligo di inviare ogni singolo accordo. Queste norme prevedono inoltre gli incentivi e le tutele per i lavoratori in smart working (ad es. assicurazione contro infortuni e malattie professionali come in azienda).

Aspetti organizzativi

Dal punto di vista aziendale lo smart working richiede un cambio di approccio: si valorizzano le risorse umane e la responsabilizzazione del personale, concentrandosi soprattutto sui risultati anziché sulla presenza fisica. La diffusione di strumenti digitali e piattaforme di comunicazione innovativa consente al team di collaborare in modo flessibile, anche a distanza. Si promuove una gestione per obiettivi (per fasi o cicli di lavoro), con sistemi di valutazione basati su prestazioni e livelli di servizio. Grazie a questa impostazione, le imprese possono razionalizzare le risorse, ridurre i costi fissi e rafforzare la trasformazione digitale, mentre i lavoratori sviluppano nuove competenze tecnologiche.

Aspetti sociali

Lo smart working ha rilevanti riflessi sociali: migliorando il bilanciamento vita-lavoro, sostiene soprattutto chi ha carichi familiari o esigenze personali. La legge riconosce infatti priorità nell’accesso al lavoro agile alle lavoratrici e ai lavoratori con figli minori o con familiari disabili. In generale, la flessibilità introdotta dal lavoro agile è vista come un fattore che può ridurre le disuguaglianze di genere e l’assenteismo, coinvolgendo più soggetti nella partecipazione al lavoro. Inoltre, la minore mobilità può produrre benefici anche in termini di sostenibilità ambientale (meno traffico) e di miglioramento della qualità della vita dei dipendenti.

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