Disoccupazione
Se perdi involontariamente il lavoro (ad esempio un licenziamento o la fine di un contratto a termine), puoi accedere a strumenti di sostegno al reddito e servizi pubblici per tornare a lavorare. In pratica devi dichiarare di essere disoccupato (tramite la DID, Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro), iscriverti al Centro per l’Impiego locale e chiedere a INPS l’indennità di disoccupazione (la NASpI). Se hai versato almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti, hai diritto alla NASpI, che dura di solito metà del periodo contributivo (fino a 2 anni) e corrisponde circa al 75% dello stipendio medio precedente. L’importo mensile non supera però un massimale (nel 2025 circa 1.562,82 €), e ogni mese dal sesto in poi viene ridotto del 3% (dal nono mese se hai più di 55 anni). Per richiedere la NASpI devi fare domanda online all’INPS entro 68 giorni dalla fine del rapporto di lavoro; l’INPS deve emanare il provvedimento entro 30 giorni per legge. Una volta accolta, la NASpI viene pagata mensilmente (di solito entro la metà del mese) fino alla sua scadenza. In questa fase dovrai sottoscrivere entro 15 giorni dal deposito della domanda il Patto di Servizio con il Centro per l’Impiego, cioè un accordo che prevede corsi di orientamento e formazione per aiutarti a ritrovare un lavoro.
Cos’è la disoccupazione
In Italia si è disoccupati quando si è senza lavoro e disponibili a lavorare, attivamente in cerca di impiego. Per legge bisogna dimostrare questa condizione compilando la DID online, dichiarando di non avere redditi da lavoro significativi e di voler partecipare alle offerte di lavoro. La DID attesta il tuo stato di disoccupazione e ti consente di accedere ai servizi dei Centri per l’Impiego (corsi di formazione, orientamento, concorsi pubblici, ecc.) oltre che agli ammortizzatori sociali come la NASpI. Secondo i dati ufficiali ISTAT il tasso di disoccupazione in Italia si aggira intorno al 6% (era circa il 6,2% a dicembre 2024). Questa percentuale misura quanta parte della popolazione in età lavorativa è senza lavoro. In pratica, se ti licenziano devi attivarti subito: firmerai la DID online, ti iscriverai al Centro per l’Impiego di competenza e chiederai le misure di sostegno previste.
Cosa fare dopo il licenziamento
Dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento o la scadenza del contratto, segui questi passi:
Dichiarazione di immediata disponibilità (DID): vai sul portale “ClickLavoro” del Ministero del Lavoro o rivolgiti a un patronato per compilare la DID online. Con la DID dichiari di essere disoccupato e subito disponibile a lavorare.
Iscrizione al Centro per l’Impiego: entro pochi giorni (di solito entro 15 giorni dalla domanda NASpI) devi recarti al Centro per l’Impiego della tua zona e confermare la DID. Lì sottoscriverai il Patto per il Lavoro, un documento che elenca i servizi di orientamento e formazione che il Centro offre per aiutarti a trovare un’occupazione. Non presentarsi senza giustificato motivo può comportare la sospensione del sussidio.
Richiesta della NASpI: entro 68 giorni dalla fine del rapporto di lavoro devi fare domanda per la NASpi. La domanda si inoltra online sul sito INPS (tramite il tuo account MyINPS o il supporto di un patronato). In alternativa puoi chiamare il contact center INPS o rivolgereti a un sindacato (patronato). Nella domanda indicherai gli ultimi redditi e contributi versati.
Attesa della risposta: per legge l’INPS deve provvedere entro 30 giorni. Se la domanda è accolta, ti verrà pagata la prima mensilità di NASpI. Ogni mese successivo sarai tenuto a rinnovare la tua DID presso il Centro per l’Impiego e a seguire eventuali incontri o corsi che ti vengono proposti.
NASpI: requisiti, importi e durata
La NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è l’indennità principale di disoccupazione per i lavoratori dipendenti. I requisiti essenziali per averla sono:
Rapporto di lavoro perduto involontariamente: si deve essere rimasti senza lavoro non per propria volontà (licenziamento, fine contratto, risoluzione consensuale in conciliazione, scadenza quarantotto ore, fallimento del datore di lavoro, ecc.). Le dimissioni volontarie ordinaria non danno diritto (eccetto il caso di giusta causa).
Contributi sufficienti: almeno 13 settimane di contributi versati nei quattro anni precedenti la fine del lavoro.
Disponibilità al lavoro: come detto, bisogna risultare disponibili e iscritti al Centro per l’Impiego.
Se hai questi requisiti, l’INPS calcolerà l’assegno mensile NASpI in base alla tua retribuzione media degli ultimi quattro anni. In linea di massima l’indennità è il 75% della retribuzione media se questa è sotto una certa soglia; se è maggiore, si prende il 75% della soglia più il 25% della parte eccedente. In ogni caso c’è un tetto massimo: nel 2025 l’INPS ha indicato che non può superare 1.562,82 € al mese. L’assegno viene corrisposto mensilmente e – caratteristica importante – diminuisce ogni mese a partire dal 6° mese (ogni mensilità è ridotta del 3%), oppure dall’8° mese se hai più di 55 anni. Questo meccanismo serve a incoraggiare la ricerca di un nuovo lavoro.
La durata della NASpI dipende dai contributi versati: la legge stabilisce che si percepisce l’indennità per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive degli ultimi 4 anni. Ad esempio, se negli ultimi quattro anni hai maturato 100 settimane di contributi utili, riceverai 50 settimane di NASpI (quasi un anno). Il massimo normalmente raggiungibile è di 24 mesi, cioè 104 settimane, corrispondente a 208 settimane (4 anni) di contributi.
In sintesi, i punti principali della NASpI sono:
Importo: circa il 75% della retribuzione media degli ultimi 4 anni (nel 2025 non oltre 1.562,82 €). L’assegno si riduce del 3% ogni mese dopo 6 mesi (8 mesi se hai più di 55 anni).
Durata: metà delle settimane contributive degli ultimi 4 anni (fino a circa 2 anni).
Domanda: da fare online all’INPS entro 68 giorni dalla perdita del lavoro.
Altri sostegni e servizi per disoccupati
Oltre alla NASpI, esistono altri strumenti di tutela specifici:
DIS-COLL: è un’indennità di disoccupazione mensile per collaboratori parasubordinati (co.co.co, collaboratori a progetto non più stipulabili, assegnisti di ricerca, dottorandi con borsa di studio) che perdono il lavoro in modo involontario. Per averla bisogna essere iscritti esclusivamente alla Gestione Separata INPS (cioè non avere altre pensioni o partita IVA). L’importo si calcola sul reddito medio e funziona in modo simile alla NASpI: per il 2025 è pari al 75% del reddito medio se questo è fino a 1.436,61 € al mese, oppure 75% di 1.436,61 € più il 25% del residuo. In ogni caso non può superare 1.562,82 € al mese e viene ridotta del 3% dal sesto mese. La DIS-COLL si paga fino a un massimo di 12 mesi. Anche in questo caso bisogna presentare domanda telematica all’INPS.
Indennità per somministrati e altri contratti atipici: i lavoratori a contratto (somministrazione, appalto) o in cig (cassa integrazione) possono avere altri ammortizzatori, ma molti di questi strumenti si applicano prima della disoccupazione (ad es. cassa integrazione o Naspi di solidarietà). I dipendenti pubblici licenziati, invece, non hanno diritto alla NASpI bensì a meccanismi diversi. In generale, ogni categoria (contratto lavoro atipico, stagionale, sport) ha regole proprie. Per esempio, per chi perde lavoro con contratto co.co.co c’è la DIS-COLL (sopra), per i lavoratori assunti tramite agenzia interinale c’è la NASpI normale e a volte anche fondi speciali (SAR) previsti dal contratto collettivo.
Centri per l’impiego e politiche attive
Parte della protezione per i disoccupati passa attraverso i Centri per l’Impiego (CPI). Appena diventi disoccupato devi attivarti iscrivendoti e firmando il Patto di Servizio personalizzato. Questo accordo definisce le misure di politica attiva (colloqui di orientamento, workshop, corsi di formazione, tirocini, concorsi) che il CPI ti propone per riallocarti. La finalità è aiutarti a trovare lavoro quanto prima. Ad esempio, lo stato offre il programma europeo Garanzia Giovani per i giovani fino a 29 anni, incentivi per tirocini formativi o voucher per corsi di riqualificazione. Grazie alla legge, il disoccupato deve accettare attività ragionevoli proposte (come offerte di lavoro compatibili con la sua formazione) per mantenere il diritto alla NASpI.
Un vantaggio ulteriore: se durante il periodo di NASpI inizi un’attività autonoma o ti associ in una cooperativa per lavorare, puoi richiedere di ricevere in anticipo tutta la NASpI residua in un’unica soluzione. Questo aiuta a finanziare l’avvio di un’impresa individuale o di un’attività in proprio.
Tempistiche e adempimenti burocratici
Ecco una panoramica delle scadenze e procedure chiave:
Entro 68 giorni dal licenziamento: presentare domanda NASpI online all’INPS. Questo termine può essere sospeso solo in casi particolari (malattia grave o maternità in corso).
Entro 15 giorni dalla domanda NASpI: andare al Centro per l’Impiego della tua zona e firmare il Patto per il Lavoro. In questo stesso periodo devi confermare la DID (tramite CPI o online).
30 giorni di tempo per INPS: secondo la legge 241/1990, l’INPS deve chiudere la pratica NASpI entro 30 giorni. In genere dopo qualche settimana dalla richiesta vieni informato se è stato tutto accettato e a partire da quale data ti verranno accreditate le mensilità.
Erogazione mensile: la NASpI viene pagata una volta al mese, di norma nella prima metà del mese seguente il periodo di indennità (ad esempio fra il 5° e il 15° giorno). Per continuare a riceverla, ogni 4 settimane circa devi confermare al Centro per l’Impiego di continuare ad essere in cerca di lavoro.
Inoltre, i versamenti NASpI sono coperti da contribuzione figurativa, cioè vengono simulati come se avessi continuato a lavorare, per non perdere anzianità pensionistica. Dopo che finisce la NASpI, spesso gli uffici comunicheranno ai beneficiari informazioni su corsi di formazione o opportunità locali (a volte in collaborazione con ANPAL, l’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro).